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DAL 22 GIUGNO AL 5 SETTEMBRE
Isola di Ponza

Ponza è l'Isola Lunata, l'Isola dell'alba. è l'Isola di Circe. Eèa dita rosate, magica nella sua formazione geologica, insieme a Palmarola, suggestione di colori e trasparenze, già emporio fenicio per l'ossidiana e per gli scambi. è l'Isola misteriosa delle erbe sacre e delle sacre rappresentazioni, rotta dell'Odissea e rotta importante in età romana, per le sue cisterne e gli insediamenti, le grotte, i minerali, l'acqua, l’inizio della vita.

Ponza Summer Festival con Falce di Luna saprà riempirsi di contenuti nuovi, essere attrattivo e coinvolgente, sia per la comunità dei residenti che per i visitatori e i turisti, vecchi e nuovi, che approderanno a Ponza a primavera, in estate, in autunno.

Programma

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@falcedilunafestival

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Programma di manifestazioni estive 2021 “Ponza Summer Festival” del Comune di Ponza.

Deliberazione della Giunta Comunale del Comune di Ponza N.76 del 13.05.2021 approvata con Deliberazione N.115 del 02.07.2021

Falce di Luna Festival® è una denominazione artistica relativa al coordinamento della comunicazione del programma “Ponza Summer Festival” delle manifestazioni estive 2021 del Comune di Ponza.

FALCE DI LUNA CRESCENTE

CRESCENT MOON

di Luca Calselli

Magi, votati alla conoscenza, studiavamo la meccanica celeste, la stabilità del sistema solare, le risonanze orbitali. Scrutavamo il cielo, alla ricerca delle comete e dei pianeti, alla scoperta dei misteri della luna e della luce, nella meraviglia della scienza e della matematica.

Guardavamo la notte, ogni notte, convinti dal calcolo e ammirati dagli squarci di luce che certi corpi celesti aprivano al cielo e, di riflesso, illuminando noi e la terra, e il mare immenso, vibrante, che bagna il nostro pianeta. Alcuni, straordinari fenomeni, violenti, pirotecnici, di forgia futurista. Altri, ordinari, candidi, amorevoli, come certi gesti impressionisti.

Quella notte la volta celeste era tempestata di stelle e la luna era esposta a levante. Era falce di luna crescente, parafrasando il giovane Vate che, tra qualche millennio, evocherà la falce di luna calante, come fautrice di abbondanza di sogni che si levano da tutte le creature viventi, addormentate nella notte.

Quella notte, era notte fenomenale, tremenda e magnifica, per l'universo, per la nostra galassia, per il nostro pianeta, per il nostro mare, per i nostri occhi, increduli e strabiliati, allora come oggi, al ricordo.

Eravamo intenti a unire punti, calcolare angoli, tracciare linee in diagonale. Dovendo annotare tutto, in quella notte che sapevamo fenomenale, e potendo annotare tutto, in quella notte luminosa.

La luna, falce bassa nel cielo e lontana, adagiava un lungo lenzuolo di luce dorata, sul mare profondo e immenso. Quella luce arrivava a noi, sulla torre delle macchine, dopo avere illuminato la scogliera ed essere entrata nella fornace. Notte apparentemente serena, per tutti gli esseri viventi, notte di quiete ispiratrice per chi dormiva e per chi sospirava, guardando il cielo. In quella notte, già di calcoli e di emozioni, di studi e di sogni, cominciava l'attesa, per noi magi circei.

All'improvviso, un suono alto, dal picco, e il fuoco, dal basso. Una violenta esplosione faceva tremare la terra, la torre, le macchine, e agitava le acque, all'inverosimile, contro la scogliera.

Drammatico il precipitare, nel mare immenso, di quella candida, luminosa falce, e il precipitare di noi e dei luoghi intorno a noi, nel buio infinito.

Noi magi, matematici e astronomi, avevamo avvertito l'eccezionalità della notte, ma le macchine e i calcoli non ci avevano permesso di arrivare all'imponderabile, e non lo avrebbero permesso nemmeno le macchine e i calcoli dei nostri più remoti discendenti. Da qui il dubbio insidioso, nei nostri pensieri razionali, che fosse Circe, la portentosa artefice. Lei che dicevano essere figlia del Sole.

Partivamo all'alba. Avevamo attrezzato la nostra navicella, per scandagliare l'immenso mare, in lungo, in largo, in superficie, in profondità. Navigando a 180° sud/sudovest, il radar avvertiva una straordinaria presenza, in mezzo al mare. L'avvistavamo. Era lei, rosea, leggiadra, luminosa falce di luna crescente, isola magnifica, adagiata tra le onde e battuta da una leggera brezza di ponente.

Ci accoglieva, quieta creatura celeste, nuda ed estranea, nella brulla spiaggia, che per la prima volta incontrava il mare. Lì, lasciando la navicella, salivamo su un leggero pendio, avanzando verso il monte più alto, di continuo scorgendo triangoli di silente bellezza, dove il mare e il cielo si univano in un melodioso incanto. Arrivavamo a mezzogiorno. Il sole alto. Davanti a noi, la falce era tutta, nella sua eterea bellezza, in uno spettacolo che si faceva infinito. il mare la circondava donandole la vita che non avrebbe più smesso di donarle. Lontana, la montagna di Circei, dove avevamo lasciato la nostra casa e dove era la casa di colei, che, incredibilmente, aveva trovato posto nei nostri pensieri nuovi.

Faceva buio e noi ci accingevamo all'azione che ci avrebbe riportato alla nostra vera essenza. Non occasionali osservatori di fenomeni divini, ma visionari e consapevoli protagonisti di un futuro di scienza e conoscenza.

La luna faceva la sua apparizione, alta, nel cielo. Era inconsueta, la sua forma. Irriconoscibile, mancante. Riuscivamo a calcolare l'operazione di violenta sottrazione, a cui avevamo assistito, e, immediatamente, a lanciare, puntuale, una pellicola sensibile. Scegliendo la giusta configurazione ottica, attivavamo il raggio luminoso coerente, che si divideva nei due, necessari, fasci espandenti. Il primo colpiva la nostra falce di luna, mentre il secondo, di rimando, impressionava la pellicola, restituendoci l'immagine corretta della luna. Quella affascinante di sempre.

L'indomani, di Guardia sul monte, la vedevamo arrivare. Lei, riccioli belli, figlia del sole, approdava dove la falce si calava d'Inferno. Lì avrebbe costruito la sua nuova casa, affacciata a levante e a ponente, e da lì avrebbe suggestionato il mondo.

Siamo rimasti, spersi nella magnifica bellezza dell'isola, da cui osserviamo ancora, canuti, la luna, la complessità dell'universo e l'infinito rincorrersi delle stagioni e della vita,

NOTE

E' un omaggio al Mare di Circe e a Ponza, isola lunata, dell'alba e delle erbe sacre. L'isola dove Ulisse incontra Circe, posizionata a 22 miglia a 180° sud/sudovest dal promontorio del Circeo, esposta a levante e circondata da immenso mare.

Il picco di Circe è il punto più alto del Monte Circeo, laddove si presume fosse il tempio e, dunque, la casa di Circe. Monte Guardia è il punto più alto di Ponza e dell'intero arcipelago. Cala Inferno è il luogo dove sembra che Omero avesse immaginato essere la casa di Circe e dove i greci costruirono un acquedotto. La Torre delle macchine, sul Monte Circeo, è Torre Fico. Sotto di lei, c'era una fornace. Nel 1750 ci fu una eruzione vulcanica, accompagnata da un terremoto e da una forte esplosione.

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